Ad ascoltare Armando Spataro ieri sera a Ricengo presso la nuova sala polifunzionale della scuola primaria c’era un numeroso pubblico. L’occasione era la presentazione di Ne valeva la pena, ultimo libro del procuratore aggiunto della Repubblica, volto già noto in territorio cremasco, invitato dall’associazione NonSoloACrema per il ciclo di incontri In direzione ostinata a contraria. Ad introdurre la serata ci ha pensato Nuvola De Capua con alcuni brani tratta da Dei Delitti e delle pene di Cesare Beccaria, interpretati dall’attore Luciano Bertoli.
Spataro, intervistato da Alex Corlazzoli, ha affrontato i temi relativi alla giustizia, dalla più stretta attualità degli ultimi giorni con il caso del Presidente del Consiglio a quelli relativi ai processi per mafia e alle stragi. Il libro di Spataro nasce da una rabbia profonda, nasce dalla storia professionale di Spataro, dalla determinazione di una professione difficile che viene svolta da professionisti che vogliono capire e conoscere.
Quante cose dice Beccaria nel suo volume del 1764? “Il pubblico processo Beccaria lo difende, oggi il processo lo si vuole evitare preferendo i videomessaggi perché in un messaggio televisivo non c’è contraddittorio” afferma con sdegno Spataro.
La serata è proseguita affrontando i “disastri ambientali”. Spataro definisce così i grandi danni arrecati ad una giustizia in cui “il processo è ormai diventato una corsa ad ostacoli”.
Convinto che chiunque debba portare il bagaglio della propria esperienza, invita a guardare all’uscita del tunnel in cui ci troviamo.
“Se crediamo di uscire in un battito d’ali è impossibile. Dobbiamo avere fiducia, confrontandoci e discutendo insieme dei problemi in cui ci troviamo”.