La giornata cremasca del poliziotto Gioacchino Genchi è terminata ieri sera con un incontro pubblico - molto seguito - presso il centro culturale di Bagnolo Cremasco.
Nell’ambito delle iniziative per l’intitolazione della scuola primaria a “Giovanni Falcone, Paolo Borsellino ed ai ragazzi delle loro scorte”, il già vice-questore aggiunto a Palermo ha presentato il libro Il caso Genchi: storia di un uomo in balia dello Stato. “Amo guardare la gente negli occhi mentre parlo e stamattina, durante l’incontro con i ragazzi della terza media, ho visto statue di cera” ha commentato Genchi sottolineando l’attenzione degli studenti verso l’argomento. Prima dell’intervista da parte di Walter Spoldi, è stato riproposto questo filmato.
Genchi, “scosso” dalla visione, ha deciso di stravolgere la scaletta dell’intervento della serata, parlando del suo lavoro al fianco di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E’ un Genchi emozionato quando parla dei suoi trascorsi a Palermo, ma non si può dire altrettanto quando racconta della varie questioni che lo hanno portato alla sospensione del servizio perchè coinvolto dalla stampa e dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in merito a un presunto scandalo di intercettazioni. “A due anni di distanza dal proclama di Berlusconi sullo scandalo più grande della Repubblica – Genchi avrebbe intercettato 350.000 persone – ci ritroviamo la vera intercettazione: la sua”. Il poliziotto ricorda che nel 2010, con la pubblicazione del suo libro, “i politici hanno avuto un’iniezione di fosforo e l’Italia rimarrà democratica finchè i figli del popolo si arruoleranno nelle varie forze dell’ordine per il vero senso dello Stato, quello che manca a questa classe politica”.